Nel 1933 #andrecitroen aveva dotato le sue vetture costruite in grande serie di tutti i più moderni dispositivi e di ogni comfort: dal servofreno pneumatico Westinghouse al “motore flottante” (ovvero sospeso su supporti elastici che ne riducevano drasticamente le vibrazioni), da carrozzerie più aerodinamiche con le nuove calandre studiate da Flaminio Bertoni alla “monoscocca” che, unita alla costruzione “tutto acciaio”, le rendeva robuste e leggere. Il suo fine era “democratizzare” la tecnologia perché, come amava ripetere, «il progresso è nulla senza la sua diffusione».
Un giorno #andrecitroen venne contattato telefonicamente da Gabriel Voisin, un industriale francese che durante la Prima Guerra Mondiale aveva fornito alle forze armate francesi oltre diecimila aerei e che era poi passato alla produzione di #auto di lusso. Purtroppo l’onda lunga della crisi del ‘29, quella del tragico “venerdì nero di Wall Street”, era arrivata a lambire anche il Vecchio Continente e le elegantissime, raffinatissime e costosissime Voisin giacevano invendute nei saloni dei rivenditori.
La telefonata dell’industriale ad #andrecitroen era per segnalargli un suo dipendente, André Lefèbvre, ex-pilota da corsa, progettista aeronautico, poi prestato al mondo dell’automobile, che al culmine della crisi della Voisin era stato costretto a cercare un altro impiego e l’aveva trovato a Boulogne Billancourt, presso la fabbrica di #louisrenault.
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