Cookie Consent by Free Privacy Policy website Auto primo semestre: Europa occidentale -23% sul 2019
luglio 16, 2021 - Autopromotec

Auto primo semestre: Europa occidentale -23% sul 2019

Italia in calo frenato grazie agli incentivi (-18,3%)

Nel primo semestre del 2021 sono state immatricolate nell'Europa Occidentale (UE+EFTA+UK) 6.486.351 autovetture con una crescita del 27,1% rispetto al primo semestre del 2020. Questo forte incremento non deve però trarre in inganno sullo stato di salute del mercato automobilistico che è tutt'altro che florido. Sul 2020 un forte incremento era scontato perché in questo anno le immatricolazioni di autovetture crollarono su livelli infimi per effetto della pandemia da coronavirus e per le misure adottate per combatterla. La reale situazione del mercato automobilistico nel primo semestre di quest'anno emerge invece chiaramente confrontando i dati delle immatricolazioni con quelli dell'ultimo primo semestre "normale" che è stato quello del 2019. Rispetto a questo periodo le immatricolazioni di autovetture del gennaio-giugno 2021 fanno registrare un calo del 23%. Nella maggior parte dei mercati fortemente depressa è soprattutto la domanda dei privati che in questo periodo, sempre per le conseguenze della pandemia, utilizzano meno l'auto, sono penalizzati dalla pandemia in larga misura anche sul piano economico e tendono a rinviare la sostituzione anche delle vetture più datate e ciò perché l'invito sempre più pressante ad optare per #auto a zero o a basso impatto creano incertezza sul tipo di vettura da acquistare.
 
Secondo il Centro Studi Promotor, mentre ovunque, Italia compresa, l'economia è in recupero e vengono riviste al rialzo le previsioni di crescita del Pil, il settore dell'auto è in forte difficoltà. Tra i cinque maggiori mercati del continente, rispetto al 2019, il calo più consistente viene registrato in Spagna (-34%), dove si spera di stimolare la ripresa delle #vendite con una riduzione temporanea delle imposte sulle immatricolazioni che è entrata in vigore in luglio. Al secondo posto nella graduatoria per risultato negativo vi è il Regno Unito (-28,3%) dove si sollecitano interventi del Governo con incentivi a lungo termine e per un impegno serio nella realizzazione di infrastrutture di ricarica elettrica. La situazione poi è pesante anche in Germania dove rispetto al primo semestre 2019 le immatricolazioni si sono ridotte di un quarto (per l'esattezza del 24,8%). Leggermente migliore di quella della Germania è la situazione in Francia (-21%). Molto difficile è anche il quadro dell'Italia che tuttavia è il paese che accusa il calo più contenuto (-18,3%). La ragione del minor impatto delle attuali difficoltà sulle immatricolazioni di #auto nel nostro Paese è il fatto che nel primo semestre sono entrati in vigore incentivi anche per vetture tradizionali con emissioni non superiori a 135 gr/km di CO2. Questi incentivi hanno dato un contributo apprezzabile alle #vendite. Si temeva che con il loro esaurirsi le immatricolazioni potessero crollare nel secondo semestre, ma questa eventualità dovrebbe essere scongiurata con il rinnovo (con qualche modifica) degli incentivi all'acquisto di #auto anche per la seconda metà del 2021.
 
Resta da dire – sottolinea Gian Primo Quagliano, presidente del Centro Studi Promotor – che l'annuncio appena dato dall'Unione Europea di voler vietare la vendita di #auto ad alimentazione tradizionale a partire dal 2035 non pare fatto per portare serenità al settore dell'auto e agli automobilisti. L'impegno per realizzare questo obiettivo, che sarà veramente efficace soltanto se l'Unione Europea riuscirà a convincere il resto del mondo a fare altrettanto (il che è tutt'altro che certo), sarà colossale perché occorrerà comunque sostenere l'industria dell'auto chiamata ad investire ancora pesantemente, perché occorrerà creare un'efficiente e capillare rete di ricarica per le #auto elettriche che dovrà dopo il 2035 convivere a lungo con i distributori di carburanti tradizionali per le #auto non elettriche, (che non potranno più essere prodotte ma che continueranno a circolare per molti anni dopo il 2035), perché si dovrà affrontare un problema occupazionale, dato che la #produzione dell'auto elettrica richiede meno lavoro di quella tradizionale, perché, per non vanificare l'intera operazione, l'energia elettrica dovrà essere prodotta da fonti rinnovabili e perché l'investimento complessivo sarà enorme e dopo la vicenda del gilet gialli non si potrà scaricare il costo sui consumatori, ma occorrerà prevedere incentivi generosi che dovranno essere finanziati dalla fiscalità generale e quindi sempre dai cittadini, ma, si spera, con prelievi ispirati a criteri di progressività.

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