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novembre 08, 2017 - Nissan

Futuro sostenibile o rischio scossa?

Bruno Mattucci, Amministratore Delegato di Nissan Italia, illustra la nuova frontiera della mobilità intelligente per un mondo più pulito, più sicuro e più equo. 


Immaginate un mondo in cui le auto sono 100% elettriche e si ricaricano da sole durante la notte. Le batterie dei nostri veicoli hanno abbastanza energia per alimentare le case e gli uffici, e persino immettere l’energia residua nella rete elettrica locale. La guida autonoma a zero emissioni rende le strade più sicure e protegge la qualità dell’aria che respiriamo. L’ultimo miglio di qualsiasi fornitura è il più pulito. E dove la connettività dei veicoli e delle città riduce il traffico, nonostante l’aumento della popolazione nelle città. 


Benché possa sembrare inverosimile, in realtà, è una visione assolutamente realistica di un futuro non troppo lontano. O meglio, potrebbe esserlo. Perché di fatto c’è anche un altro scenario possibile. Quello di un mondo in cui il centro delle città è afflitto da ingorghi stradali continui. L’inquinamento raggiunge livelli allarmanti. La biodiversità e la natura sono sopraffatte dal cemento e dall’industria. I combustibili fossili sono in esaurimento e non c’è alcun piano B. Questo scenario sta già prendendo forma e per rendersene conto basta guardare i dati sempre più preoccupanti sulla qualità dell’aria in paesi come gli Stati Uniti, la Cina, in Europa e persino qui in Italia, percorrendo le strade della nostra città nelle ore di punta. 


Io so quale scenario sceglierei. Ma di certo non può concretizzarsi da solo. Per avere il futuro che vogliamo, dobbiamo avviare un’azione collettiva immediatamente. 


Per capire il perché, facciamo un piccolo passo indietro. Trent’anni fa, le Nazioni Unite hanno istituito la Commissione Brundtland per invitare i paesi ad affrontare insieme la questione dello sviluppo sostenibile e ad impegnarsi a soddisfare le esigenze delle generazioni correnti senza compromettere la capacità delle generazioni future di soddisfare le proprie. Il messaggio, in altre parole, era questo: curatevi del presente ma senza dimenticare il domani.


Per la prima volta, l’ambiente e lo sviluppo economico venivano trattati insieme. Da allora abbiamo compiuto grandi progressi, con risultati senza precedenti come l’accordo COP21 di Parigi e l’impegno dell’Unione Europea volto tagliare le emissioni di gas serra del 40% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. 


Numerose aziende e imprese stanno facendo la loro parte, a dimostrazione che il tema fa discutere e le buone intenzioni non mancano. Ma se da un lato la formulazione di piani e la definizione di obiettivi sono iniziative più che positive, dall’altro occorre andare oltre le parole, se vogliamo realizzare il futuro che tutti noi vogliamo. Dobbiamo riconsiderare praticamente tutto quello che sappiamo in materia di fonti energetiche, per poi cominciare a comportarci in maniera diversa. 


In particolare, per chi di noi lavora nel settore della mobilità, si tratta di volgere lo sguardo oltre i veicoli che mettiamo in circolazione sulle strade per prendere in esame le stazioni di servizio del futuro, i sistemi di ricarica, la connettività tra i veicoli e l’ambiente circostante, e il modo in cui usiamo le nostre tecnologie per fornire energia pulita, accessibile e conveniente per tutte le esigenze della vita moderna. E non soltanto nei paesi benestanti o sviluppati, bensì ovunque.


La mia stessa azienda, Nissan, è da lungo tempo promotrice di un futuro più pulito, più sicuro e più connesso basato sull’elettrificazione: una visione che giorno dopo giorno stiamo trasformando in realtà grazie alla nostra iniziativa volta alla realizzazione di un ecosistema fondato sui veicoli elettrici. Sono infatti i veicoli a zero emissioni, come la nuova Nissan LEAF, il cuore di questo ecosistema, che si estende ad altri ambiti della vita attraverso soluzioni intelligenti come i sistemi di accumulo di energia per la casa e le città intelligenti. 


Sono fermamente convinto che le aziende debbano svolgere un ruolo di apripista nello sviluppo di un futuro sostenibile e sollecitare i policy maker a fare di più. Dobbiamo lavorare tutti insieme.


Ci sono ovviamente paesi e città in primissima linea. Come la Norvegia, ad esempio, che è tra i mercati più all’avanguardia del pianeta in fatto di mobilità elettrica. Dopo il 2025, non sarà più nemmeno possibile acquistare un veicolo con motore a combustione sul territorio norvegese. 


È naturale che nel mondo le aziende si trovino in tappe diverse lungo questo percorso. Ma un dato è certo: quelle che operano nell’ottica della sostenibilità e perseguono uno scopo stanno cominciando a raccogliere risultati superiori rispetto a quelle che non lo fanno. Come mai? Perché i consumatori preferiscono acquistare dalle aziende che sono votate alla sostenibilità, e non solo al profitto. 


Non esiste città, autorità di governo o azienda che possa cambiare gli scenari attuali in autonomia, per quanto potente o ben intenzionata. Per innescare i cambiamenti su vasta scala necessari alle nostre comunità, alle nostre aziende e alle nostre vite, dobbiamo adottare un approccio comune tramite un’azione collettiva e investire tempo, energia e risorse nell’elettrificazione del mondo del futuro.  Policy maker e autorità locali devono fare la propria parte promuovendo la trasformazione delle infrastrutture energetiche a ritmo sostenuto e ad ampio raggio. Il settore privato deve adottare parchi auto a zero emissioni e neutralizzare l’impatto ambientale delle proprie attività. E noi tutti dobbiamo dare al pubblico un motivo per crederci, e per cambiare.


Solo così ci avvicineremo a un mondo più pulito, più sicuro e più equo. In caso contrario, rischiamo soltanto di prendere una scossa dalla quale ci vorranno decenni per risollevarci.

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